SCULPTURES AND PLASTICS

Non c’è più tempo

 

 

 


 L’opera intitolata “Non c’è più tempo” si presenta come una riflessione visiva e concettuale sull’idea del tempo, e la sua percezione nell’epoca contemporanea. Attraverso l’uso di elementi simbolici quali sveglie e orologi dipinti interamente di nero, disposti su un vassoio dorato con un fondo di sabbia bianca, l’artista crea una composizione che invita alla meditazione sul ruolo del tempo nella nostra vita, e sul significato di esso in un contesto sempre più dominato dalla frenesia e dalla perdita di contatto con il presente. Il simbolismo del vassoio dorato e della sabbia bianca Il vassoio di metallo dorato rappresenta l’opulenza e la preziosità del tempo, un elemento prezioso che però, nella società odierna, tende ad essere trattato come una risorsa commerciale. La sabbia bianca, che ricorda quella delle clessidre, rimanda al passare inesorabile del tempo, ma assume una connotazione  inquietante. Questo contrasto tra il dorato e il nero richiama la tensione tra la percezione del tempo come qualcosa di prezioso e il suo scivolare nell’oblio e nella morte. Le sveglie e gli orologi neri: il tempo reso invisibile. L’aspetto più affascinante e concettualmente pregnante dell’opera è la totale copertura degli orologi e delle sveglie con la vernice nera. Questo dettaglio elimina la funzione primaria di questi oggetti: indicare l’ora. Essendo gli strumenti del tempo oscurati, il tempo diventa una dimensione nascosta, intangibile e irreversibile. L’assenza di numeri e lancette ci pone davanti alla consapevolezza che il tempo non è più misurabile, gestibile o controllabile. La vernice nera, simbolo dell’annullamento, nega al fruitore la capacità di orientarsi temporalmente e crea una sensazione di disorientamento. La disposizione a triangolo delle tre sveglie, un antico simbolo di equilibrio e di perfezione geometrica, rappresenta l’ordine naturale del tempo: passato, presente e futuro. Tuttavia, questo triangolo è stato sovvertito dalla vernice nera. Il passato è irraggiungibile, il presente è oscurato e il futuro è incerto. Il tempo, così ordinato e lineare nella nostra mente, diventa astratto, indefinito e minaccioso. Le sveglie con i campanelli colorati di nero sono il cuore della composizione: essa suggeriscono un’ultima chiamata al risveglio, un segnale che però non può essere udito. I campanelli, anch’essi dipinti di nero, evocano la fine del ciclo, un allarme che non suona, come se ci fosse ormai solo silenzio. Il titolo, “Non c’è più tempo”, suggerisce una duplice lettura. Da un lato, evoca una sensazione di urgenza esistenziale: il tempo, come risorsa, si è esaurito, e ciò potrebbe riflettere l’angoscia della nostra era, caratterizzata da scadenze incessanti, ansia e la costante sensazione di correre contro il tempo. Dall’altro lato, può essere visto come una critica alla nostra incapacità di vivere pienamente il presente, continuamente distratti dalle preoccupazioni per il futuro e i rimpianti del passato. Oscurare gli orologi è come negare il potere che il tempo esercita su di noi, ma allo stesso tempo implica una perdita del controllo e dell’orientamento. “Non c’è più tempo” è un’opera che utilizza simboli quotidiani in modo metaforico per esplorare la nostra relazione con il tempo. Attraverso la fusione di materiali preziosi e banali, e l’oscuramento della loro funzione, l’artista mette in discussione il valore che attribuiamo al tempo e ci costringe a confrontarci con l’idea della sua fugacità. In un mondo in cui la misurazione del tempo è diventata essenziale per organizzare ogni aspetto della nostra esistenza, quest’opera ci ricorda che, paradossalmente, il tempo può sfuggirci proprio quando cerchiamo di dominarlo. In tal modo, “Non c’è più tempo” si configura come una potente critica alla nostra ossessione contemporanea per il controllo e la gestione del tempo, invitandoci a riflettere su cosa significhi davvero vivere nel presente.

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