Titolo dell’Opera: “Venere Decostruita”Questa opera si inserisce nel contesto della denuncia artistica contro il femminicidio, una piaga sociale che devasta il nostro tempo. Attraverso una rappresentazione visivamente disturbante e profondamente simbolica, l’opera cerca di stimolare una riflessione critica sulla violenza di genere e la disumanizzazione delle vittime.Il torso femminile, privo di testa e braccia, richiama le linee eleganti di una Venere greca, un chiaro riferimento alla bellezza ideale e atemporale del corpo femminile, come immortalata dalle sculture dell’antichità, in particolare nelle opere di Fidia. Questa scelta non è casuale: essa sottolinea il contrasto tra l’ideale classico di perfezione e grazia e la cruda realtà della violenza subita dalle donne nella nostra società.Il torso è infilato fino all’addome in un tritacarne a manovella, un’immagine brutale e scioccante che rappresenta la riduzione del corpo femminile a un mero oggetto, mutilato e privato della sua umanità. Le corde rosse, avvolte intorno al petto e alla vita, evocano un senso di costrizione, soffocamento e sofferenza, rimandando al controllo e alla violenza sistemica a cui le donne sono sottoposte.Dal tritacarne fuoriescono fili rossi che si adagiano su un piatto smaltato bianco con decorazioni in oro. I fili rossi possono essere interpretati come il sangue e la vita stessa della vittima, trasformati in qualcosa di quasi meccanico, privato della dignità e del rispetto. Il contrasto tra il piatto prezioso e la crudezza di ciò che vi è contenuto sottolinea l’ipocrisia della società che celebra l’esteriorità e la bellezza superficiale, ma rimane spesso indifferente alla violenza sottostante.Questa opera non si limita a scioccare l’osservatore, ma lo invita a riflettere sul modo in cui le donne vengono oggettificate e disumanizzate, non solo nella cultura contemporanea ma anche attraverso secoli di storia e arte. Nella sua tensione tra bellezza classica e distruzione moderna, l’opera dà voce a tutte quelle donne silenziate dalla violenza e invita lo spettatore a non restare indifferente, ma a prendere posizione.