BIO


Marcello Nesti, nasce a Massa Carrara


Marcello Nesti “Mark” è nato nella provincia di Massa – Carrara il 6 agosto 1961

ha frequentato: il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Carrara, conseguendo il diploma in Decorazione con la votazione di 110 e lode; presentando una tesi su un noto artista di Carrara, Luciano Lattanzi e con essa ha partecipato al concorso “Una Tesi per Carrara” classificandosi ex equo al primo posto.

Nel 2002 dietro suggerimento del Maestro Lattanzi, ha presentato il manoscritto al Professor Mario Costa, docente di Estetica presso l’Università di Salerno e di Metodologia della Critica presso l’Università di Napoli, nonché curatore di una serie di pubblicazioni editoriali relative al settore artistico.

La tesi è stata pubblicata con il titolo Ornamento & Occidente Il Caso Lattanzi (Collana di Estetica, Cuzzolin Editore).

Ornamento ed occidente: il caso Lattanzi

Per alcuni anni i suoi interessi sono stati orientati nel campo della grafica e del design, ottenendo premi e segnalazioni, tra cui spiccano: “OLED design contest” 05, “La Kore” 05, “The hearth of Venice” 07, “Color designer” 07, Armonia Cordis” 07, “Eureka alluminio” 07.

Dal 2009 Mark, inizia una nuova esplorazione artistica presentato una personale all’APT di Marina di Massa dal titolo “Metropoli”, immagini che parlano di paesaggi urbani idealizzati graficamente. Nello stesso anno e nel successivo 2010 ha esposto a varie rassegne artistiche: “Arte nell’Arte” al Castello Malaspina di Massa, ha partecipato alla mostra collettiva di Pittura, scultura e fumetto a Livorno nella suggestiva sede dei “ I Bottini dell’olio” e alla collettiva Immagini di Carrara “scorci e dintorni” organizzata dall’associazione Artisti del Borgo, di cui ha curato il il progetto grafico del catalogo.

In seguito partecipa a numerose collettive su tutta la costa Toscana, come socio dell’associazione ASART, ha partecipato a tutte le manifestazioni dell’associazione nella suggestiva sede di Palazzo Panichi a Pietrasanta e Villa Paolina a Viareggio.

Durante questo periodo cerca di approfondire la poetica artistica e la ricerca stilistica relativa alle opere degli ultimi anni, Mark presenta una nuova serie di dipinti dedicati alle “Città”, in cui prevale a differenza delle opere precedenti un aspetto formale decisamente più gioioso e ottimista. Nell’intento di approfondire la sua ricerca dedicata sempre all’habitat dell’uomo Mark ha cercato di calarsi sempre più all’interno della sua ricerca, “Le Terre Emerse” sono una serie di dipinti in cui prevale l’aspetto materico che lo spinge verso un interpretazione ai limiti del concettuale. Frutto della ricerca di questo ultimo periodo sono “I Notturni” in queste opere l’artista prende come riferimento l’incedere del tempo, proponendo una suggestiva interpretazione della vita notturna di alcune città, come in un istantanea, Mark congela una frazione temporale della vita notturna, le luci e lo scorrere del traffico, fermati per un istante che non può ripetersi,”come in quei rari fiori che sbocciano solo una volta nel loro ciclo vitale per poi iniziare a sfiorire.. così sono i notturni di Mark.

Nel 2014/15 fonda insieme ad un gruppo di artisti l’associazione ARTEMISIA, con la qualifica di segretario, organizzando una serie di manifestazioni artistiche con l’intento di rivitalizzare attraverso l’Arte e la Cultura il panorama della nostra provincia.

Le ultime opere di Marcello Nesti Mark, ispirate al movimento DADA e al concetto di ready-made, rappresentano una significativa evoluzione nel suo percorso artistico, spingendosi verso una riflessione critica sulla natura dell’arte e dei materiali utilizzati. In linea con lo spirito dadaista, Mark adotta un approccio irriverente e sovversivo, trasformando oggetti comuni e materiali di recupero in opere cariche di significato e ironia.

Questa nuova fase esprime una decisa rottura con l’estetica tradizionale, sottolineando la provocazione tipica del dadaismo e interrogando il pubblico sulla funzione dell’arte nella società contemporanea. Il ready-made di Mark diventa non solo un omaggio al passato avanguardista, ma anche un mezzo per riflettere sul consumo e sull’idea di obsolescenza, invitando l’osservatore a rivalutare ciò che considera “scarto”.
L’uso di materiali trovati e riciclati si fonde in una sorta di poetica dell’improvvisazione, dove gli oggetti quotidiani, decontestualizzati, vengono elevati al rango di opere d’arte. In questa pratica, Mark non si limita a citare il ready-made di Duchamp, ma ne espande i confini, giocando con la contraddizione tra il valore simbolico e materiale delle sue composizioni. Questo approccio conferisce alle sue opere una forza concettuale, mantenendo tuttavia una delicatezza estetica che invita alla riflessione.
Le sue creazioni recenti si distinguono per la loro capacità di affrontare tematiche contemporanee come il rapporto uomo-ambiente, la cultura del riuso e l’abbondanza di materiali nella nostra era consumistica. Ogni opera diventa una critica sottile ma incisiva sul nostro mondo saturo di oggetti, sollevando interrogativi su cosa significhi davvero creare arte in un’epoca di produzione massificata e di risorse sovrabbondanti.

Se potessi esprimerlo con le parole, non ci sarebbe nessuna ragione di dipingerlo. (E. Hopper)

Contatti: e-mail: marcello.nesti@gmail.com

“FILO ROSSO”
“THE TIME”
Titolo dell'Opera: "Venere Decostruita"Questa opera si inserisce nel contesto della denuncia artistica contro il femminicidio, una piaga sociale che devasta il nostro tempo. Attraverso una rappresentazione visivamente disturbante e profondamente simbolica, l'opera cerca di stimolare una riflessione critica sulla violenza di genere e la disumanizzazione delle vittime.Il torso femminile, privo di testa e braccia, richiama le linee eleganti di una Venere greca, un chiaro riferimento alla bellezza ideale e atemporale del corpo femminile, come immortalata dalle sculture dell'antichità, in particolare nelle opere di Fidia. Questa scelta non è casuale: essa sottolinea il contrasto tra l'ideale classico di perfezione e grazia e la cruda realtà della violenza subita dalle donne nella nostra società.Il torso è infilato fino all'addome in un tritacarne a manovella, un’immagine brutale e scioccante che rappresenta la riduzione del corpo femminile a un mero oggetto, mutilato e privato della sua umanità. Le corde rosse, avvolte intorno al petto e alla vita, evocano un senso di costrizione, soffocamento e sofferenza, rimandando al controllo e alla violenza sistemica a cui le donne sono sottoposte.Dal tritacarne fuoriescono fili rossi che si adagiano su un piatto smaltato bianco con decorazioni in oro. I fili rossi possono essere interpretati come il sangue e la vita stessa della vittima, trasformati in qualcosa di quasi meccanico, privato della dignità e del rispetto. Il contrasto tra il piatto prezioso e la crudezza di ciò che vi è contenuto sottolinea l'ipocrisia della società che celebra l'esteriorità e la bellezza superficiale, ma rimane spesso indifferente alla violenza sottostante.Questa opera non si limita a scioccare l'osservatore, ma lo invita a riflettere sul modo in cui le donne vengono oggettificate e disumanizzate, non solo nella cultura contemporanea ma anche attraverso secoli di storia e arte. Nella sua tensione tra bellezza classica e distruzione moderna, l'opera dà voce a tutte quelle donne silenziate dalla violenza e invita lo spettatore a non restare indifferente, ma a prendere posizione.
“GRINDER”
“SS.YULIA”
“LE TRE LADIES”
POPPIES IN JULY
THALIDOMIDE
LADY LAZARUS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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